Master Mind Professional intervista su questo argomento l'architetto Serena Fanara serenafanara.it
CHI È SERENA FANARA?
Dicono di me che sono una persona poliedrica dai molti interessi e mi riconosco in questo. Ho avuto la fortuna, grazie alla mia caparbietà, di riuscire a realizzarmi in molti ambiti diversi.
Mi sono formata come architetto a Firenze, dove ho iniziato la mia attività nel settore degli eventi creando grandi installazioni soprattutto con la luce.
Su sollecitazione di molte persone che vedevano i miei lavori agli eventi, mi sono resa conto che avrei potuto realizzare anche degli oggetti di design riducendo in scala di ciò che realizzavo con le installazioni. Così è nato a qualche anno di distanza SeFa Design by Nature, il mio brand di arredo e illuminazione con materiali ecologici innovativi. Brand che a oggi vende, grazie a piattaforme internazionali, negli Stati Uniti, Canada, Emirati Arabi, Hong Kong, Giappone e ovviamente in Europa.
Mi sono successivamente trasferita a Milano dove si può dire che la mia carriera ha realmente preso il volo, sopratutto per mete internazionali. Quella è stata l’occasione per conoscere molte persone con cui fare network, una in particolare è Annamaria Salinari, con cui condivido dal 2015 un progetto che ha dato vita ad Asia Design Pavillion, membro ufficiale del Fuorisalone di Milano. Ho iniziato così la mia esperienza cinese che mi ha portata ad esporre in quattro grandi fiere di design in Cina, vedere un mio prodotto premiato tra i migliori del 2020, ad avere i miei prodotti di arredo esposti al museo permanente di design di Souzhou, quest'anno a tenere delle docenze per l'Accademia di Design di Shanghai.
Nel frattempo le mie sperimentazioni e la mia innata curiosità mi hanno portata ad approfondire altre tematiche, quali le neuroscienze e la psicologia, apparentemente lontane dall’architettura. Ho quindi deciso di introdurre queste nuove conoscenze nel settore dell’arredamento e della progettazione di interni, creando qualcosa di innovativo. Cosi è nato il progetto Ambient Therapy, protocollo di Architettura Olistico Emozionale.
La mia formazione spazia quindi dalla progettazione architettonica, al design di prodotto, dalle discipline scientifiche e psicologiche alla crescita personale legata al benessere della persona.
IN CHE COSA CONSISTE IL TUO NUOVO PROTOCOLLO AMBIENT THERAPY?
È nato da alcune riflessioni sul campo. Nel periodo in cui mi occupavo di grandi installazioni ho lavorato molto sui colori, inoltre avevo già fatto alcune esperienze con la cromoterapia. Per farti alcuni esempi: ho iniziato a notare che quando applicavo il colore rosso le persone tendevano a riempire maggiormente la pista da ballo, mentre se utilizzavo colori freddi (come l’azzurro o il violetto) vicino alle casse dove di solito si forma sempre una fila e le persone tendono a spazientirsi, l'effetto era di renderle più rilassate. Questo mi ha portata a decidere di approfondire queste tematiche per favorire il benessere delle persone studiando la neuroarchitettura, materia poco conosciuta in Italia, mentre è argomento di studio nelle Università inglesi e spagnole.
Queste nuove competenze mi hanno spinta a creare qualcosa che non esisteva, unendo insieme il mondo dell’architettura e del design con la cromoterapia, l’aromaterapia, la psicologia applicata agli ambienti e le discipline olistiche, connubio che mi ha permesso di brevettare un protocollo progettuale.
QUAL È LA PARTICOLARITÀ DI QUESTO PERCORSO?
Ci sono sicuramente diversi aspetti innovativi, soprattutto per l'approccio che mette insieme scoperte scientifiche da vari ambiti: Epigenetica, Neuroscienze, Scienze comportamentali etc. con le discipline olistiche più antiche, ma la vera unicità di questo percorso è l'applicazione dell’ipnosi dinamica alla progettazione di ambienti e arredi. Attraverso questa tecnica che ho decontestualizzato e per la prima volta applicato nell'ambito della progettazione, si ha la possibilità di valutare il gradimento inconscio dell’individuo (quindi oltre ogni condizionamento o schema razionale) rispetto ai colori, alle forme e addirittura anche ad un intero progetto.
Ho appreso questa tecnica frequentando a Milano la scuola dello psicologo Stefano Benemeglio, ideatore dell’ipnosi dinamica in ambito clinico e terapeutico.
Del resto gli studi sullo stress ambientale dimostrano che l’ambiente ha una grande influenza sull’individuo; stranamente però tale dato è poco applicato dai progettisti. Io invece ho voluto valorizzarlo ed ampliarlo con nuovi studi per utilizzarlo nel mio modo di progettare.
Credo infatti fermamente che l’armonia degli ambienti favorisca il benessere psicofisico personale proprio e degli altri e l’instaurazione di relazioni nutrienti. Queste mie esperienze e conoscenze peculiari mi hanno indotta a creare una Accademy per Architetti e professionisti del settore, per poter aiutare sempre più colleghi ad applicare tali conoscenze.
COSA VUOI RESTITUIRE AI TUOI COLLEGHI IN TERMINI DI VALORE?
Per prima cosa voglio portare la mia esperienza internazionale, solo in occidente infatti siamo così legati a questa strana forma di tortura chiamata minimalismo, sono stata recentemente a Dubai per lavoro e anche lì ho visto con piacere che gli ambienti erano studiati con una armonia che punta alla ricchezza e non al minimale. Ricchezza che non significa opulenza ci tengo a precisare, ma come in natura è varietà di stimoli percettivi.
Come seconda cosa voglio trasferire le mie conoscenze su come applicare delle strategie di sviluppo al proprio Studio professionale. Ho investito moltissimo in questi anni, sia in termini di impegno che economici, per arrivare dove sono oggi. Ho anche seguito dei corsi di formazione finanziaria con docenti americani (tra cui il grande Bob Proctor che da poco ci ha lasciati), che mi hanno fatto cambiare paradigma: anziché continuare a fare la mia professione come architetto e designer ho iniziato a vederla come un business, cioè un’attività altamente profittevole.
Quindi adesso aiuto i miei colleghi a formarsi sul benessere ambientale, a trovare i clienti e a sviluppare un business anziché avere solo un hobby costoso, come ahimè è per molti colleghi architetti.
Raggiungere l’abbondanza finanziaria ti permette di migliorare la qualità del tuo lavoro, la qualità della progettazione e quindi la qualità della vita delle persone per cui progetti. Quello che io voglio far ottenere è un cambio di mentalità partendo dalla mia esperienza personale. Se cambi dentro cambi anche fuori e questo può creare un circolo virtuoso che impatta su tante persone.
COME DOVREBBE ESSERE L’ARCHITETTO CONTEMPORANEO?
Secondo me dovrebbe essere un mix fra un guru ispiratore, uno sciamano curatore di corpo e spirito e un'artista creatore di bellezza, insomma una figura poliedrica.
Dovrebbe avere a cuore la ricerca del benessere personale del cliente, quindi una persona che cerca un proprio equilibrio e che vuole mettere in equilibrio anche gli altri. Un professionista che attenui la sua parte egoica e autoreferenziale e che sviluppi una maggiore sensibilità e ascolto verso gli altri.
Quando parlo di architetto-sciamano, intendo un professionista che sappia percepire le energie dei luoghi, in particolare le case, per favorire la connessione con la nostra parte spirituale. Noi infatti siamo non solo materia ma anche spirito, per questo non possiamo pensare di curare l’involucro senza preoccuparci di cosa ci succede dentro. Saper trasformare in un progetto quello che la persona non è in grado di esprimere è la vera bravura dell’architetto del futuro.
CHE VALORE HANNO LE ALLEANZE PER LA CRESCITA DEI TUOI PROGETTI E DEI PROFESSIONISTI IN GENERALE?
Per me è stato fondamentale conoscere altre persone che mi hanno contaminata nei gusti e negli interessi, persone che mi hanno fatto pensare in maniera diversa.
Dovremmo fare come la natura, cioè imparare ad agire come un’orchestra. Tutto è collaborazione, l’unione di conoscenze e competenze porta all’abbondanza, inteso come qualcosa che fa vincere tutti.
Dove non c’è abbondanza c’è scarsità e litigio per accaparrarsi quel poco che c’è. Noi abbiamo la fortuna, al di là di quello che ci vogliono far credere, di vivere in un’epoca di abbondanza e solo collaborando fra noi possiamo scambiare quello che abbiamo per creare bellezza. Nello scambio c’è la moltiplicazione del valore. Per questo chi entra nell'Ambient Therapy Academy entra in una famiglia, un network di professionisti che scambiano valore e conoscenze, che a volte collaborano in lavori comuni e si scambiano persino pareri sui progetti.